venerdì 23 febbraio 2018

Un pensiero

Per evitare di grondare retorica e sentimentalismo, che con il passare degli anni è rischio che si corre sempre più si concretizzi, non rivolgerò che un breve pensiero al Maestro in occasione dei sei anni dalla sua scomparsa.
Gratitudine e nostalgia sono i due sentimenti più frequenti non solo ogni venti febbraio, ma, credetemi, quotidianamente.
Gratitudine è quella che gli devo e sento costantemente, perché il contatto con lui mi ha dato tutto, ma davvero tutto, di quello che oggi è il mio modo di fare e vivere l'aikido.
Entusiasmo, passione, una miriade di soluzioni e spunti tecnici, una didattica perfetta da "rivendere" a chi studia con me, costituiscono il risultato di una frequentazione che ho tentato di rendere assidua, e che ad ogni contatto si arricchiva e mi arricchiva anche di umanità, direi anche in qualche misura calore e attenzione da parte di un immenso shihan verso un praticante che veniva un pò da lontano, e che mi è parso di percepire in qualche sorriso, o cenno di approvazione, come fosse contento di vedermi spuntare.
Nostalgia, altro sentimento costante, potete ben comprendere perché la sento e la sentiamo tutti coloro che hanno fatto questo stesso percorso. Ci è mancata e ci manca una guida sapiente e preziosissima, e sentiamo forte e ancora attuale il vuoto che ha lasciato.
Si può dire che viviamo di rendita.
Tanto e tale è il lascito didattico e, lo ripeto, umano del Maestro, che possiamo permetterci il lusso di farlo, e senza mai annoiarci, cercare strade tortuose, perché l'immenso bagaglio che abbiamo ereditato basta ad alimentare direi infinitamente la nostra voglia di aikido, e quella dei nostri studenti, ai quali stiamo cercando di trasmettere almeno una idea di questo incredibile e magnifico aikidoista.
E allora, ancora una volta, questo ormai tradizionale appuntamento con questo post di commemorazione è un'occasione per esprimere gratitudine.
E nostalgia.
Chi lo ha seguito capirà.
Chi non lo ha fatto, posso solo compatirlo. E augurargli di trovare, un giorno, sulla sua strada, un maestro come quello che ho avuto la fortuna e il merito di incontrare io.
Riposi in pace, Maestro.

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